Tokyo 2020, Simon Geschke dall’isolamento: “L’esperienza più simile al carcere che farò in vita mia”

Avventura da incubo per Simon Geschke a Tokyo 2020. Il corridore della Cofidis era volato in Giappone per partecipare alla prova in linea con i compagni di nazionale, ma ha dovuto rinunciare dopo la positività al Covid-19. Il classe ’86 si è dovuto accontentare di guardare i suoi  tre compagni in tv (il migliore dei quali è stato Maximilian Schachmann, decimo a 1’21” da Richard Carapaz) è stato allora trasferito nell’hotel appositamente preparato per la quarantena e ha deciso di raccontare sui social l’esperienza, definendola con un pizzico d’ironia “la più simile al carcere” che farà mai.

“Sono nell’hotel ufficiale per la quarantena di Tokyo 2020 – ha esordito – Finestre chiuse, possibilità di lasciare la camera tre volte al giorno e altoparlanti che ti svegliano alle 7 del mattino per il controllo della temperatura. Si può dire che questa è (si spera) l’esperienza più simile alla prigione che vivrò mai. Anche il cibo è abbastanza “basico”. Non ho ancora nessun sintomo e c’è poco virus nel mio corpo. Non mi hanno fatto sapere ancora per bici e rulli, li ho chiesti, ma dovrebbe essere un no”.

 

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